Le norme che permettono di guidare le auto sportive a persone impreparate, sono sotto accusa in molti paesi e, in alcuni di questi, stanno cambiando
E’ fuor di dubbio che, fornire la possibilità di guidare una macchina sportiva, dotata di potenze difficilmente immaginabili, a chiunque abbia una patente conseguita a bordo di una Panda del ’97, non sia il metodo migliore per evitare incidenti causati da guidatori poco preparati.
L’incidente di Casal Palocco, in cui dei 20enni hanno tolto la vita ad un bambino di 5 anni, a bordo di una Lamborghini Urus, è un fulgido esempio di come, la conduzione di macchine sovradimensionate da un punto di vista di masse e potenza, sia un tassello delicato, da considerare nella stesura di nuove leggi.
Alcune contraddizioni del codice della strada lasciano davvero attoniti. Basti pensare che, chiunque abbia conseguito la partenete prima degli anni novanta, è dotato della patente già completa di tutte, che permetterebbe anche ad una madre mai salita su un mezzo a due ruote, di condurre una Ducati Panigale V4r da 240 cavalli. Storture evidenti del sistema, che, prima o poi, si dovranno combattere con nuove norme. In South Australia sembrerebbero averci già pensato, ma, forse, si sono spinti anche oltre. Con le nuove leggi introdotte, sarà necessario conseguire una patente di guida speciale, denominata classe U, per mettersi alla guida di una Supercar dotata di potenze oltre i 375 cavalli per tonnellata. Un provvedimento più che condivisibile, se non fosse che, per ottenere la fatidica patente, non si dovrà neanche salire su una vettura.
Difatti, basterà semplicemente seguire un corso di formazione online, nel quale verranno approfonditi in particolare gli aiuti elettronici delle vetture dotate di queste potenze smisurate. Inoltre, il governo del South Australia, vorrebbe introdurre anche degli obblighi direttamente sull’utilizzo delle supercar, che potrebbero essere modificate internamente, per eliminare la possibilità di disattivare i controlli di trazione e quelli della frenata assistita. A ciò si potrebbe aggiungere l’impossibilità di inserire la modalità sport in corrispondenza di centri abitati. Provvedimenti radicali, forse troppo… che lasciano comunque meno perplessi rispetto alla totale libertà che vige in Italia in questo ambito.
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