Il tecnico ex Roma se l’è presa con due società portoghesi che stanno trattando calciatori importanti: “Non ci posso credere che stia succedendo! L’esempio da seguire è in Italia…”
Un tweet crudo, efficace, simbolico. Significativo. L’ex allenatore della Roma Paulo Fonseca, ora al Lille, ha preso posizione utilizzando i suoi account social. “I soldi russi sono sporchi del sangue dei bambini!“, ha scritto il tecnico portoghese. Sua moglie è ucraina, lui ha scritto pagine importanti della sua carriera sulla panchina dello Shakhtar Donetsk e dalla guerra è riuscito a fuggire indenne insieme alla sua famiglia (“ci passavano gli aerei sulla testa”, ha raccontato).
Si trovava a Kiev quando a febbraio 2022 scattò l’operazione militare Z e la Russia lanciò l’invasione dell’Ucraina, bombardando la capitale e le altre città. Una premessa fondamentale per capire ancora di più il senso del suo messaggio forte, scaturito dalle voci di mercato che avrebbero visto due squadre portoghesi, il Benfica e il “suo” Braga, trattare con i club russi per la cessione di giocatori importanti. Nel calciomercato vale tutto, ma non fino a questo punto: questo il pensiero di Fonseca, espresso senza giri di parole. “Nell’ultima settimana ho letto che il Benfica e il mio Braga stavano pensando di cedere Chiquinho e Tormena a club russi. Mi rifiuto di credere a una cosa del genere”.
Ha evidenziato lo stupore per gli eventuali affari in corso. Poi ha continuato in modo ancora più deciso: “Ogni giorno la Russia continua a uccidere persone e soprattutto bambini innocenti. Alcuni di loro sono a casa a guardare una partita di calcio. Se Il Benfica e il mio Braga faranno affari coi russi allora sappiano che sono macchiati del sangue dei bimbi che stanno morendo in Ucraina“. L’esempio da seguire, secondo il tecnico portoghese, è quello del Sassuolo.
Ecco cosa ha scritto per elogiare la società neroverde: “Due settimane fa un club russo ha cercato di acquistare il difensore Rogério. Il club italiano si è rifiutato di avviare trattative e ha detto che per motivi etici legati alla guerra, non lo avrebbe mai fatto. Ecco perché faccio appello affinché anche il Benfica e il Braga facciano la stessa cosa e prendano esempio dal club italiano”.
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