Partita Iva, quanto resta in tasca di chi ha un lavoro che la richiede? Scopriamo il risultato che viene fuori tra stipendio e tassazione.
Parliamoci chiaro, combinare lo stipendio e la tassazione non è una cosa da poco, si tratta di una vera e propria necessità che nessuno può davvero evitare di prendere in considerazione.
Ancora di più i lavoratori che operano in autonomia e quindi con un regime di Partita Iva, la cosa infatti di cui si tenere conto è sempre la proporzione tra quanto viene incassato e quanto si percepisce.
Per quel che riguarda le Partite Iva, ad esempio, è necessario capire se, a fronte di un determinato fatturato, la cifra messa in tasca sarà quella riportata sul documento. Nella stragrande maggioranza dei casi, la discrepanza è abbastanza evidente. E, alla fine del mese, lo stipendio netto percepito non sarà di sicuro quello riportato sulla fattura emessa. La qualità della vita e le varie spese che giorno dopo giorno si devono affrontare, sono sempre dei particolari di cui è impossibile non tenere conto. Ma entriamo nel dettaglio.
Partita Iva, quanto resta nel bilancio tra fatturazione e incasso?
Come detto prima, si deve sempre tenere conto di quanto effettivamente sia il vero incasso per chi lavora in modo autonomo o per meglio dire con il regime di Partita Iva, cominciamo subito dicendo, che a prescindere da quella che si dispone, si deve sempre fare l’equiparazione che poi andrà a gravare sul bilancio finale.
La Partita Iva ordinaria, ad esempio, prevede il pagamento dell’Irpef sulla base di scaglioni di reddito, con applicazione dell’aliquota fissa al 22%. Questo significa che, per restare su uno stipendio che quantomeno superi i 1.000-1.100 euro, il guadagno complessivo dato dalla fattura dovrà superare almeno i 1.700. Le ordinarie, chiaramente, dispongono solitamente di una base retributiva più elevata, con conseguente applicazione di regimi fiscali più pesanti. E quindi:
- 23% fino a 15 mila euro;
- 25% per redditi da 15.001 fino a 28 mila euro;
- 35% per i redditi fino a 50 mila euro;
- 43% per redditi superiori a 50 mila euro.
Per quello che invece riguarda i redditi superiori, il tutto pare restare invariato al 43%, il che significa che il secondo scaglione andrebbe eliminato per poi potere andare direttamente nel primo.