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Economia

Mutui alle stelle: ecco quando conviene allungarlo

Con il nuovo aumento dei tassi d’interesse annunciato anche per il mese di luglio, forse potrebbe essere utile rinegoziare il mutuo con la propria banca

La Banca Centrale Europea ha deciso per un nuovo balzello dei tassi di interesse, segnando così l’ottavo incremento in meno di un anno. Questa volta l’incremento è pari a 0,25%, portando il tasso a un livello del 4%. Che, inevitabilmente, peserà sui nuovi mutui a tasso fisso e su quelli già esistenti a tasso variabile.

I mutui sono diventati un vero problema – Notizie.top –

Rinegoziare l’allungamento della rata di un mutuo può risultare conveniente. La durata trentennale risulta meno costosa rispetto a quella ventennale, ma bisogna vedere se alla fine del contratto la mossa sarà stata davvero conveniente.

Ancora un rialzo

La BCE ha deciso per l’ennesimo balzello dei tassi d’interesse sui mutui. Questa volta è dello 0,25% e seppur l’aumento possa sembrare irrisorio, se sommato alla percentuale odierna già alta, il totale diventa invece molto più importante. In questo caso, per luglio, chi ha sottoscritto un mutuo variabile potrebbe arrivare ad avere un tasso di interesse pari al 4,2%. Il difficile per chi ha sottoscritto un mutuo, quindi, è capire cosa fare, come è meglio muoversi per contenere i danni di un tasso che non accenna a fermarsi. Impossibile provare una surroga per trasferire il mutuo perchè non ci sono più i tempi per completare l’operazione e risulta arduo anche pensare di sedersi con la propria banca per provare a ricontrattare il prestito. Mai come in questo caso, forse l’unica alternativa valida resta quella di allungare le rate del mutuo.

Ancora un rialzo dei tassi deciso dalla BCE – Notizie.top –

Allungare il prestito

Allungare la durata di un mutuo a tasso fisso, magari da contratto fissato a 20 anni  dilazionandolo a 30, può avere dei pro e dei contro da mettere sul piatto della bilancia di una decisione finale non facile. Ovviamente innanzitutto si ottiene un minor importo mensile e questo potrebbe avere nell’immediato già un aspetto positivo. Ma per contro, c’è il fatto che la spesa nominale cresce, mentre il debito si riduce di meno. Per fare un esempio pratico, un finanziamento per comprare una casa, con durata ventennale e un importo da 140 mila euro, otterrebbe il miglior tasso disponibile appena sotto il 4%. La simulazione per lo stesso importo, ma con durata trentennale, sarebbe al 3,5%. Ma questo soltanto per quel che riguarda i tassi fissi, dato che per quelli variabili la situazione è diversa e anche peggiore. Infatti, per i “variabili” la situazione è ancora più preoccupante. Un mutuo di 200mila euro, esteso a 25 anni e avviato all’1,61% 10 anni fa, aveva una rata di 810 euro, ma con un Euribor al 4% il costo cresce a 1192 euro. Ancora, un mutuo dello stesso valore esteso a 30 anni e avviato nel 2021 con un tasso dello 0,97% aveva una prima rata da 705 euro, ma con Euribor al 4% si potrebbe addirittura arrivare a pagare il doppio.

 

Mauro Simoncelli

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