L’ex giocatore di Juventus e Napoli, che si era sentito male mentre si trovava in Calabria, ha raccontato in un’intervista quei momenti drammatici
Massimo Mauro è tornato a casa dopo il grande spavento dell’infarto che lo ha colpito mentre giocava a padel. L’ex calciatore di Juve e Napoli ha raccontato al Corriere della Sera le circostanze fortunate che gli hanno salvato la vita, l’intervento tempestivo dei medici e il pensiero all’amico scomparso che gli ha dato la forza di non mollare.
Mauro, dopo un grande passato da calciatore, è diventato un opinionista molto apprezzato soprattutto per la franchezza dei giudizi. Nel 2003 ha dato vita insieme all’amico ed ex compagno di squadra, recentemente scomparso, Gianluca Vialli, alla ‘Fondazione Vialli e Mauro per La Ricerca e Lo Sport’, un’associazione dedita soprattutto alla lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica.
“Un dolore fortissimo al petto, mi sono fermato perché non riuscivo a respirare. Non ho pensato a nulla, speravo soltanto che passasse in fretta”. Così racconta al quotidiano Corriere della Sera Massimo Mauro la disavventura che lo ha portato a un passo dalla morte mentre veniva colpito da un infarto durante una partita a padel. “Sono un uomo fortunato” ripete più volte durante la chiacchierata, quasi a scusarsi nei confronti di chi da queste situazione non esce vivo. “Ci sono tre cose in particolare a cui penso continuamente da quel giorno: ho avuto la lucidità di fermarmi, con me c’era un amico che conosce il primario dell’ospedale di Catanzaro, l’ambulanza è arrivata in 7 minuti”, e poi quella corsa all’ospedale di Catanzaro, quasi un segno del destino, dove l’ex giocatore di Juventus, Napoli e Udinese aveva cominciato a muovere i primi passi nel calcio professionista, dove tutto era cominciato.
Un malore ti sorprende, perchè ti arriva all’improvviso, senza avvertimento, ma devi avere la fortuna e la freddezza di saper gestire quei momenti. “Faccio controlli con regolarità”, spiega Mauro, “ultimamente anche con maggiore frequenza. Mia sorella è morta per un cancro all’intestino e sono inserito in questo screening, ho avuto il Covid e mi sono beccato una brutta polmonite, il colesterolo era un po’ alto e quindi lo controllavo e facevo visite cardiologiche. Insomma, tutto mi sarei aspettato tranne l’infarto. Era scritto così. Ma le ripeto, sono un uomo fortunato”. Dopo l’intervento di angioplastica, il pensiero di Massimo Mauro è andato subito all’amico di una vita, Gianluca Vialli, che invece è stato meno fortunato. “Ce l’avevo fatta, ho pensato alle cose belle della vita, a tutte quelle a cui Luca invece ha dovuto rinunciare, alla ricerca che ha bisogno ancora del sostegno della nostra Fondazione, alla mia famiglia, agli amici. Devo continuare a lavorare per favorire la ricerca sulla Sla, è l’eredità che mi ha lasciato Vialli, lo facevamo insieme. Con convinzione. Quando sarà stato trovato il farmaco che garantirà la guarigione posso anche immaginare di chiedere a Luca se lì ha bisogno di un’ala destra!”
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