Marito distratto, lei chiede la separazione

Il marito era troppo distratto e cosi lei ha chiesto la separazione: quello che ha dovuto pagare è stato davvero salato.

Le cose sono andate davvero cosi, il marito era troppo distratto nel corso del loro matrimonio e lei ha pensato bene di chiedere la separazione, un addio che costerà caro anche dal punto di vista economico.

Matrimonio finito
Matrimonio finito

L’accusa, se cosi si può definire è stata quella di isolazionismo affettivo, proprio per questa ragione, i Giudici del Tribunale di Velletri hanno condannato un 37enne reatino che adesso dovrà anche dare un assegno di mantenimento per delle spese quantificate in 7.600.

“I coniugi litigavano dalla mattina alla sera, rendendo impossibile ogni tipo di esternazione affettuosa o di contatto fisico, ma secondo i giudici l’atteggiamento inerte del marito che ha preferito isolarsi rispetto alle esigenze di coppia non appare rispettoso dei doveri nascenti dal matrimonio” queste le parole del marito. Ma approfondiamo il discorso.

Matrimonio finito: nei giorni scorsi è stata emessa la sentenza

Insomma alla fine dei conti le cose sono andate cosi e nel peggiore dei modi, il matrimonio tra i due coniugi è finito e la sentenza ufficiale è arrivata nei giorni scorsi, anche se il fatto risale a cinque anni fa.

Matrimonio
La donna ha scoperto sui social che il marito fosse bigamo (Notizie.top) – Pixabay

Tutto ha avuto inizio nel 2018, quando la donna, alla luce di una perdurante crisi coniugale, aveva deciso di presentare ricorso per chiedere la separazione dal marito, sposato quattro anni prima, nel 2014, e dal quale non aveva avuto figli, volendo addebitare a lui ogni colpa della fine del loro matrimonio. Secondo la versione della donna, nel 2016, a distanza quindi di due anni dall’unione formale, dopo esserle stata riconosciuta una invalidità, sarebbero iniziate le difficoltà, sfociate in un lento e costante deterioramento del rapporto. Sempre in base a quanto dichiarato dalla donna, «i continui ed ingiustificati rifiuti di intrattenere rapporti affettivi e sessuali, nonché la mancanza di qualsivoglia attenzione nei confronti della moglie, rendevano intollerabile la prosecuzione della convivenza». Ad avviso della moglie (difesa dall’avvocato Emiliano Rosalia), le responsabilità erano da ascrivere unicamente al compagno.

Ovviamente la versione non corrisponde a quella del marito che ha ammesso di avere vissuto negli anni un matrimonio in cui ci si trovava a litigare di continuo. Che questa sia comunque stata la giusta conclusione?