Atalanta, Maehle distrugge Gasperini: “Gestione dittatoriale e basata sulla paura”

L’ex esterno ha attaccato durante il tecnico nerazzurro durante una conferenza stampa in Nazionale: “Vuole comandare su tutto, sembrava di stare in prigione”

Ha lasciato l’Atalanta. Ha lasciato soprattutto Gian Piero Gasperini, stando alle dichiarazioni rilasciate. Joakim Maehle è passato al Wolfsburg in questa sessione di mercato, lasciando Bergamo e la Serie A dopo due stagioni e mezzo. Una vera e propria liberazione. Il motivo? Per il danese l’esperienza in Italia è diventata un incubo a causa del regime quasi dittatoriale imposto dall’allenatore.

Maehle Gasperini
Maehle ha attaccato Gasperini in conferenza (Ansa Foto) – Notizie.top

Il classe 1997 ha parlato durante una conferenza stampa dal ritiro della Nazionale. Ha svelato alcuni retroscena sul suo ex tecnico. Ex, per fortuna: “Ci allenavamo sempre. L’allenatore decideva tutto, non c’era davvero nessuna libertà per noi calciatori. Vivevi in ​​un bel posto e il tempo era bello? Non avevi comunque mai il tempo di godertelo. Praticamente vivevamo nel centro di allenamento, ha risposto alle domande sulla cessione avvenuta in estate.

“Højlund non poteva venire in macchina con me”

Joakim Maehle
Joakim Maehle si è sfogato: “Per Gasperini non potevo portare Højlund in macchina” (Ansa Foto) – Notizie.top

I cronisti a quel punto ne hanno voluto sapere di più sulla gestione della squadra da parte di Gasperini: “Da come parli sembra che tu abbia vissuto in una prigione e che il tuo allenatore avesse un approccio dittatoriale?“, gli è stato chiesto. La risposta è stata senza mezzi termini: “Non volevo dirlo, però è così. Decideva davvero su tutto. Le volte che avevamo una doppia seduta di allenamento e ci diceva che dovevamo rimanere a dormire al centro poiché pensava fosse giusto, allora non ci era permesso tornare a casa”, ha continuato. “Si potrebbe definire ‘gestione basata sulla paura’ oppure cattiva gestione. O comunque la si voglia chiamare, però almeno ora sono preparato a ciò che incontrerò in seguito. Lì non ti senti una persona: ti senti un numero. Non hai nessun dialogo con l’allenatore”.

Maehle non ci è andato leggero e ha concluso con un altro aneddoto: “Lui può tormentare qualcuno anche per cose banali. Faccio un altro esempio: a Bergamo è arrivato Højlund, Gasperini si è fissato con me quando lo passavo a prendere e andavamo insieme al centro d’allenamento. La sera poi lo riaccompagnavo a casa. Lui invece non voleva che andassimo insieme alle sedute, per questo mi ha rimproverato nonostante la società fosse d’accordo che io portassi Højlund in macchina, visto che lui non guidava. Non lo poteva accompagnare nessuno. Non voleva questo perché altrimenti ci sarebbe stata occasione di stare da soli insieme per parlare e divertirci”. Non proprio la migliore pubblicità internazionale possibile per Gasperini