Italia indietro sull’internet super veloce: cosa si deve fare?

L’Italia pare proprio essere indietro per quello che concerne la tecnologia e in particolare internet super veloce. Cosa fare?

Non è la prima volta che le reti internet si trovano a registrare dei problemi, senza contare il fatto che il grande sogno di portare internet super veloce per tutte le famiglie e le aziende italiane, ancora non si è avverato.

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“La strategia è nuova, ma in buona parte riprende la Strategia italiana per la Banda ultra larga approvata dal governo Draghi nel maggio del 2021. L’obiettivo finale è comunque lo stesso: recuperare terreno nello sviluppo della connettività veloce in tutto il Paese, intervenire sulle cosiddette aree bianche e grigie del territorio e spingere sulla diffusione del 5G e, al tempo stesso, rilanciare il settore delle telecomunicazioni. Sul tavolo investimenti complessivi per 2,82 miliardi di euro, di cui una parte derivante dalle economie maturate nell’ambito degli interventi Pnrr per la Banda ultralarga”.

Questo è quello che si legge nella nota ufficiale che appunto tratta questo argomento e che da un certo punto di vista sta analizzando il metodo giusto per potere portare questo tipo di aggiornamento anche in Italia. Ma entriamo nello specifico.

Internet, quali sono le soluzioni per potenziarlo?

Come detto prima, anche il Governo è a lavoro per potere in qualche modo potenziare i mezzi di comunicazioni che si riferiscono a internet specialmente per quello che concerne l’Italia, in cui molte volte non solo la famiglie, ma anche le aziende si trovano in grande difficoltà.

Secondo le prime indiscrezioni, ad essere sul tavolo sono diverse aree di intervento, da “Italia a 1 Giga” per promuovere, attraverso l’intervento pubblico, a tutti gli utenti una velocità di connessione in linea con gli standard europei, fino ai progetti “Scuola connessa” – con l’obiettivo di garantire a tutti gli edifici scolastici pubblici del Paese connettività ad almeno 1 Gigabit/s – e “Sanità connessa” per fornire copertura adeguata a oltre 12 mila strutture del servizio sanitario nazionale.

Ma non finisce qua, si sta anche lavorando su un altro progetto che riguarda l’Open Fiber, questa società ha infatti investito nel primo semestre dell’anno 848 milioni di euro contro i 582 dell’analogo periodo del 2022. Ad averne parlato è stato proprio l’amministratore delegato Mario Rossetti che nella sua intervista per il Sole 24 Ore ha ammesso: “Con circa il 65% dei clienti Ftth (la fibra fino a casa, ndr) che naviga sulla rete di Open Fiber, secondo il manager, l’azienda è un asset strategico imprescindibile per qualsiasi ragionamento sulla digitalizzazione del Paese. L’accelerazione nello sviluppo della rete delle aree bianche”.