In Italia si muore di meno: i dati ufficiali non mentono

Pare proprio che in Italia si muoia decisamente di meno rispetto agli altri posti: ad averlo confermato i dati Istat riportati di recente.

Si tratta di dati parziali e anche provvisori, eppure pare proprio che la tendenza che si evidenzia non lascia spazio a nessun tipo di dubbio: nel 2023 la mortalità è in calo e si avvia a tornare ai livelli dell’era pre-Covid, mentre a partire dal 2020 il numero annuale dei decessi in Italia era schizzato ben al di sopra di quota 700 mila.

In Italia si vive di più
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Ad avere sottolineato questo particolare sono stati i dati resi disponibili dall’Istat che sono relativi ai primi sette mesi dell’anno: “A luglio l’ondata di caldo ha avuto un effetto sui decessi molto più contenuto rispetto a quello registrato nello stesso mese del 2022. Dunque da gennaio a luglio il totale dei morti nel nostro Paese ha superato di poco quota 384 mila. Erano stati circa 426 mila nello stesso periodo sia del 2021 che del 2022. Mentre nel 2020 (segnato dall’esplosione del Covid a partire da marzo) i decessi nei sette mesi avevano sfiorato i 430 mila. In termini percentuali la contrazione registrata quest’anno rispetto al precedente è stata di circa il 10 per cento, distribuita in modo abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale”.

Insomma davvero un risultato interessante che ha davvero qualcosa di molto positivo e che sottolinea come il tasso di mortalità si sia abbassato in modo esponenziale. Ma entriamo nel dettaglio.

In Italia si vive di più: i dati del 2023 non lasciano dubbi

Sembra proprio che quello del 2023 sia un anno importante per quello che concerne la longevità e infatti cosi come sottolineano i dati Istat pare proprio che l’Italia sia il Paese in cui in assoluto si vive di più.

Oltre a quanto detto prima, l’Istat ha anche preso in considerazione i dati degli anni precedenti: “Il numero provvisorio del 2023 risulta leggermente inferiore sia a quello del 2019 sia alla media del quinquennio 2015-2019, normalmente usata per i confronto con l’epoca precedente a quella della pandemia. Per trovare un valore ancora più basso, sempre relativo al periodo gennaio-luglio, bisogna arrivare al 2018 quando i morti erano stati circa 381 mila, mentre il dato attuale risulta comunque inferiore anche a quello del 2015 e del 2017. Naturalmente resta possibile un rialzo della mortalità nell’ultima parte dell’anno, ma a questo ritmo il numero complessivo dei decessi nei dodici mesi potrebbe fermarsi al livello di 650 mila o poco più, contro i 713 mila dell’anno scorso”.

Ad ulteriore riprova di questa situazione ci sono le temperature che variano a secondo del periodo e dei mesi dell’anno: i picchi infatti di mortalità sono quelli che vengono riportati nei mesi di profondo freddo e quelli di caldo.

“In questo senso il 2022 era stato un anno particolarmente significativo con circa 74 mila decessi a gennaio e 65 mila a luglio. Soprattutto quest’ultimo numero era risultato molto elevato rispetto alle attese”.