Ricordiamo, a 33 anni dalla sua commericalizzazione, la mitica Fiat Elettra: una Fiat Panda trasformata in elettrica
Quando si pensa al mondo dell’elettrico, si tende a immaginarlo esclusivamente come qualcosa di contemporaneo, ma la verità è che, nel corso dei decenni, sono stati effettuati numerosi tentativi, tra i quali, spicca senza dubbio la Fiat Elettra.
Il prodotto in parte rivoluzionario, fu concepito da Fiat alla fine degli anni 80 e commercializzato nel 1990, suscitando una certa curiosità tra giornalisti e clienti.
L’idea era tanto semplice, quanto lungimirante e consisteva sostanzialmente nel prendere la leggendaria vettura disegnata da Giugiaro, privarla del suo immortale 750 Fire e equipaggiarla con un anacronistico (al giorno d’oggi) motore elettrico a corrente continua da 9,2 kW. Il propulsore sviluppava 12 miseri cavalli, tuttavia, sorprendentemente, la vettura garantiva prestazioni assolutamente in linea con quello che potrebbe essere un utilizzo cittadino. Spostarsi in città a massimo 70km/h, come dimostrano le medie attuali di velocità all’interno dei centri urbani europei, non è affatto una limitazione e i 100km di autonomia, permettevano persino di concepirla come macchina da tutti i giorni. Ovviamente, si trattava più di un esercizio di stile che di una reale alternativo al termico, soprattutto in un periodo storico in cui, molto banalmente, non esistevano neanche le colonnine di ricarica.
Nonostante ciò, fa ugualmente sorridere vedere come, i moderni quadricicli elettrici, tali Fiat Topolino o Citroen Ami, condividano sostanzialmente le medesime caratteristiche tecniche, il che, per altro, ci spinge a chiederci come mai, nel corso degli ultimi 33 anni, la stessa Fiat non abbia tentato di evolvere quel progetto, innegabilmente d’avanguardia, quanto meno nei presupposti ideologici. Difatti, seppur concettualmente attuale, la Fiat Elettra non poteva beneficiare dei numerosi passi avanti compiuti dalla tecnologia, come, ad esempio, la stessa conformazione chimica delle sue batterie: il “carburante” della Panda E, infatti, era costituito da 12 materie al piombo da 6 volt ciascuna, ovvero una tecnologia a dir poco arcaica se confrontata con el odierne possibilità offerte sul mercato. In ogni caso, come precedentemente evidenziato, stupisce l’abbandono da parte di Fiat del progetto, che negli ultimi 30 anni, sarebbe potuto progredire certamente più di quello che ha fatto. Basti pensare che, nonostante siamo convinti si tratti della strada giusta, Fiat sia stata costretta a ricorrere alla piattaforma della Citren Ami, per possedere un quadriciclo elettrico nella propria gamma.
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