E’ ormai diventato un luogo comune che, da più parti del mondo, vede questi insetti in pericolo per l’ecosistema, ma è tutto diverso
Quante volte avete sentito “proteggiamo le api, se spariscono è la fine per tante cose”. Negli ultimi anni frasi e slogan di questo genere ce ne sono state tante, forse anche troppe. Già perché le cose non sarebbero proprio in questo modo, ma in maniera completamente diversa. L‘opposto per intenderci. E’ vero che le api sono fondamentali per il nostro ecosistema, o meglio svolgono un compito davvero importante ed essenziale e se non ci fossero, tante cose non le avremmo. Ma non è vero che le api, soprattutto quelle da miele, sono in via d’estinzione.
La realtà e la verità è che, forse ce ne sono persino troppe, al punto tale da rischiare di mettere in crisi l’ecosistema a discapito di altri tipi di impollinatori che comunque ci sono ed esistono sul nostro pianeta. Le api lo fanno sicuramente meglio. Sono coccolate e trattate quasi come animali domestici, tanto che il New York Times in un recente pezzo d’analisi le paragona alle mucche! In America, poi, sono trattate col guanto di velluto, al punto che se c’è qualcuno che le tratta male o le uccide, rischia una denuncia.
Il luogo comune è stato smascherato, ma su basi scientifiche e su analisi fatte in questi ultimi otto-dieci mesi. Un problema serio perché, talmente sono state protette giustamente, che adesso sono in maggioranza e hanno un dominio su altri insetti che fungono da impollinatori. C’è il grosso rischio di un conflitto tra insetti. E sembra una battuta, ma non lo è affatto. “La cosa migliore che si potrebbe fare per le api mellifere in questo momento? È di non dedicarsi all’apicoltura e lasciarle perdere“, dichiara al quotidiano newyorkese Gorazd Trusnovec.
E’ questo imprenditore cinquantenne, che ha fondato un’impresa chiamata Najemi Panj, letteralmente “affitta un alveare“, il quale in cambio d’un abbonamento installa una colonia di api da miele sul tetto di un ufficio, di una casa o dentro un cortile, in modo tale che le sue api siano sane e soprattutto produttive. In cambio, i clienti hanno il miele e il piacere di fare qualcosa che tutela le api e tutela l’ambiente.
Ma è stato un boomerang. L’iniziativa “affitta un alveare” ha avuto talmente successo che secondo il New York Times, adesso si rischia il contrario, ovvero che, sono talmente tante ora le apri, che si potrebbe andare un contraccolpo per l’ambiente. Perché se lo si riempie di api mellifere, si ha una “competizione di risorse naturali”. E poiché le api sono in maggioranza, finiscono per escludere tutti gli altri impollinatori “recando un danno alla biodiversità“.
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