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LifeStyle

Alla scoperta dell’Asia in Vespa: il sogno realizzato di un ragazzo veneto

È la storia di Saverio Altafini e della sua ‘pausa’ da un normale lavoro in ospedale, presa per rincorrere i propri desideri in sella alla sua fidata Vespa 125

Viaggiare è il sogno di tutti. Fuggire almeno una volta dalla routine quotidiana anche,ma per farlo serve coraggio, una buona dose di incoscienza e tanta voglia di credere che tutto sia possibile, anche arrivare fino in Asia a bordo di una Vespa anni 80 e una tenda come bagaglio.

Dal Veneto in Asia con la Vespa – Notizie.top –

Dalla provincia di Verona fino a Bari, poi un traghetto per la Grecia e da lì in Turchia, poi GeorgiaArmenia e Iran, infine PakistanIndia e Bangladesh per un viaggio che dura da 11 mesi e che non sappiamo quando mai finirà.

 

Il sogno di un viaggio speciale

Da circa un anno, era il 9 luglio 2022, Saverio Altafini, un 36enne di Casette di Legnago, in provincia di Verona, ha deciso di dire addio a una posizione stabile, lasciare il suo lavoro di tecnico di radiologia e partire per l’Asia in Vespa. Soltanto lui e la sua Vespa  Px 125 del 1982, per bagaglio soltanto la tenda per dormire ovunque capiti, qualche cambio, i documenti e lo smartphone più che per comunicare, per scattare le foto ricordo non di un’ impresa, ma di quella che per lui era semplicemente un’esigenza. “Ho deciso di chiedere un’aspettativa che non mi è stata concessa. Poi, il desiderio di andarmene era talmente forte che ho scelto di dimettermi, ho preso la Vespa, uno zaino e la tenda e ho cominciato il mio viaggio“, ha raccontato dalla lontana Asia ai quotidiani veneti. In sella alla sua Vespa è partito verso sud direzione Bari, dove ha preso un traghetto per la Grecia, poi si è recato in Turchia, Georgia, Armenia, Iran, Pakistan, India e Bangladesh. Di tornare indietro ancora non si parla, anche perchè “ancora non so quando si concluderà questa avventura” ha precisato Simone.

Saverio Altafini, un viaggio verso l’Asia in Vespa – Notizie.top

Desiderio di libertà e di conoscere il mondo

“In Vespa. Da Roma a Saigon”, questo il libro che lo aveva stregato da giovane ed ecco perchè la sua non è stata una decisione improvvisa, ma un sogno coltivato da almeno 10 anni. Ma per metterlo in pratica serve tanto coraggio, desiderio di avventura e la giusta dose di incoscienza per mollare tutto, prendersi un anno di aspettativa dal lavoro e partire verso l’ignoto. “La Vespa è il mezzo ideale per muoversi, non solo perché non è troppo veloce né troppo lento, perfetto quindi per godersi il viaggio, ma anche perché ispira simpatia. Quando mi vedono arrivare, le persone si incuriosiscono, chiedono, cercano un contatto. È un modo fantastico per socializzare”, ha raccontato ancora. Un viaggio pianificato si, ma alla fine sai fin dall’inizio che sarà una grande avventura, ecco perchè ha portato con se soltanto la tenda: “Questo viaggio è proprio un scappare dalla routine, quindi è tutto tranne che routinario. Per quanto riguarda l’alloggio, cerco di dormire senza pagare. Per non farlo, uso la tenda oppure cerco qualcuno che mi ospiti. Ogni nazione, però, è diversa: bisogna ingegnarsi tutti i giorni”. 

Con la Vespa fino in India – Notizie.top –

Tante esperienze diverse

Un’esperienza fatta di panorami che tolgono il respiro, sorprese continue e “incontri con persone che mi avvicinano in continuazione, spesso offrendosi di ospitarmi nelle loro case: sono tutti amichevoli e devo dire che mi sono sempre sentito protetto e accolto. Non ho mai avuto timore di nulla, nemmeno quando in India, letteralmente in mezzo al nulla, mi si è rotto il mezzo. Dopo poco, sono arrivate decine e decine di persone che si sono offerte di darmi una mano. Uno dei quali ha trovato anche dei meccanici disposti ad aggiustare lo scooter, “quest’uomo mi ha ospitato per ben una settimana a casa sua, fino a che la Vespa non è stata aggiustata”, spiega l’uomo. Un giorno anche questo viaggio dovrà finire “sono partito senza darmi un limite temporale. Penso che il viaggio potrebbe durare altri 6-12 mesi, più probabilmente un anno. Però, ecco, sono partito allo sbaraglio e tornerò allo sbaraglio”.

Mauro Simoncelli

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